Scrive poesie più o meno da quando è piccolo. Si ricorda, ancora ragazzo, di averne tradotta una delle sue in lingua spagnola.
Pare di capire che, fin da subito, avesse una strana attitudine e propensione alla traduzione del pensiero nelle altre lingue.
Un atteggiamento cosmopolita che lo ha trascinato ad Harvard per conseguire un dottorato, dopo la laurea in Inghilterra.
Da una lingua morta, il latino, fino alla internazionalità del Mondo, l’inglese: Alberto Parisi è un po’ filosofo, un po’ comparatista, un po’ poeta, un po’ artista.